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RECENSIONE: Terre Desolate  –  S. King (V. 3/7)

Aggiornamento: 10 apr 2020




OK, finalmente si comincia a capire qualcosa (ancora molto poco a dire la verità) relativamente all’universo parallelo creato da Stephen King.


Se avete letto le mie precedenti recensioni, avrete ormai capito che non mi piace scrivere banali riassunti degli avvenimenti riportati nel libro, ma preferisco sottolinearne gli aspetti positivi e negativi attraverso qualche importante accadimento.


In questo libro troviamo una prima, seppur scarna, spiegazione degli universi paralleli e di come siano sostenuti da sei vettori, incontriamo per la prima volta il bimbolo Oy e facciamo conoscenza con un treno particolare chiamato Blaine (il Mono).

Senza dimenticare la duplice esistenza di Jake, riunificata dal provvidenziale intaglio a forma di chiave, made in Eddie’s mind.


Certamente avrete fatto caso al fatto che in tutti i primi due libri della serie poche informazioni trapelano sulla Torre Nera, sul ruolo che essa ricopre e sulla struttura dell’universo per come King lo immagina. In questo terzo volume l’autore ci offre invece qualche spiegazione sui dodici portali al termine del percorso dei sei vettori che sostengono il mondo, sfruttando l’improvvisa comparsa del temibile orso Shardik, uno dei dodici guardiani dei già citati portali. Un orso fatto di carne in apparenza, ma da circuiti elettrici all’interno, a guardia del portale dell’Orso (che coincidenza eh?).


Non un orso, bensi un incrocio tra un procione e un tasso, è invece il bimbolo Oy, che incontriamo per la prima volta in questo libro. Un esserino in apparenza debole ma dal grande cuore e coraggio. L’amicizia che nasce tra lui e il ka-tet, ma in particolare con Jake, è destinata ad accompagnarci per molto tempo e ad essere decisiva in molte occasioni. Un altro essere creato dalla fervida immaginazione di King, un reietto del proprio branco, che trova nel ka-tet di Roland quell’amore rifiutatogli dai sui simili.

Amore che di certo non caratterizza Blaine il Mono, treno-pazzo che collega le città di Lud e Topeka, autore della distruzione della città di Lud e quasi dell’uccisione dei nostri eroi ancor prima di salire su di lui. Un treno con l’amore per gli indovinelli dalla cui soluzione dipende la sopravvivenza, solo King poteva concepirlo, ma l’idea è grandiosa e tutta la scena è ricca di suspense. Sembra di essere proiettati sulle giostre di Gardaland, monorotaie o montagne russe, con l’aggiunta del pavimento del proprio ottovolante che può diventare trasparente, facendoci chiaramente vedere il baratro sotto di noi!


In ogni caso, questo terzo volume rappresenta a mio avviso più un tomo di transizione.

Gli avvenimenti, se escludiamo l’incontro con Oy e Jake, non sono fondamentali per il proseguo della storia e il ritmo, da frenetico quel era nel volume precedente, rallenta bruscamente.


La magia che aleggia sin dalla prima pagina del primo libro continua anche qui a pervadere le descrizioni dei paesaggi, i dialoghi dei protagonisti e le realtà parallele, ma personalmente ho trovato questo libro il meno interessante di tutta la storia.


La serie ‘La Torre Nera’ è composta da7 volumi:


  1. L’Ultimo Cavaliere (1982)

  2. La Chiamata Dei Tre (1987)

  3. Terre Desolate (1991)

  4. La Sfera Del Buio (1997)

  5. I Lupi Del Calla (2003)

  6. La Canzone Di Susannah (2004)

  7. La Torre Nera (2004)

 

Valutazione di fantasySeries:






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