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RECENSIONE: Ritorno Da Tezin-Dar  –  A.Wells (V. 2/3)

Aggiornamento: 10 apr 2020



La prima cosa che mi sono chiesto una volta terminata la lettura di questo volume della Trilogia di Tezin-Dar è stata: “Il libro si è mantenuto sugli stessi alti livelli del primo oppure il ritmo, il pathos, la narrazione hanno perso di incisività?”.

Normalmente queste sono considerazioni che faccio per ogni volume di una serie successivo al primo, ma quasi mai è la prima domanda che mi pongo. In questo caso lo è stata, e, devo ammettere, in gran parte perché volevo capire ancor meglio se le critiche che ho letto da altre parti fossero giustificate o meno anche dal mio personale punto di vista. La risposta?


Ritorno da Tezin-Dar si mantiene su standard importanti, e nonostante il lettore sia ormai già a conoscenza della struttura di fondo della storia, continua ancora a tenerlo incollato alle pagine, con un ritmo avvolgente, incessante, alimentato in gran parte da una ricerca che si delinea sempre più lunga e affannosa, oltre che pericolosa.

L’autore introduce poi alcuni elementi che contribuiscono a rendere unico questo secondo volume rispetto al primo, come ad esempio la partecipazione attiva delle divinità e l’inserimento di nuovi personaggi, prima fra tutti la bellissima morta-vivente Cennaire.


L’incontro con la personificazione di una divinità non ci era totalmente estraneo, avendo Calandryll e Bratch gia sperimentato l’incontro con un byah, materializzazione del Dio Ahrd, ma in Ritorno da Tezin-Dar gli Dei stessi giocano un ruolo importante se non fondamentale nell’economia della storia, e non più solo attraverso la manipolazione, a volte dubbia e nebulosa, della vita e del destino dei protagonisti. Lo fanno attraverso i loro poteri soprannaturali, sospingendo navi a folle velocità, creando e donando potentissime armi o curando mortali ferite, partecipando insomma attivamente alla quest, sebbene i loro poteri siano “limitati” da non meglio specificate regole divine, legate alla loro intrinseca condizione di Dei Giovani.


Altro aspetto, ma di minore importanza, da tenere presente, è la traduzione in italiano del titolo del libro: l’originale Dark Magic (Magia Oscura) diventa un banale “Ritorno da Tezin-Dar”, come se la storia di questo secondo libro fosse imperniata sul tentativo di fuggire dalla città mitica, oppure di fare bellamente un ritorno a casa dopo aver in qualche modo concluso (o ritenuto di aver concluso) la missione. Niente di più sbagliato, come avrete modo di leggere.


Ma tornando alla storia vera e propria, occorre sottolineare come Wells sia in grado di sapientemente alternare le vicende dei nostri beniamini con le deduzioni e contromosse prese da un Anomius che, sempre più coinvolto e attirato dall’Arcanum, sembra abbandonare la prudenza che lo ha a lungo contraddistinto, per mettersi totalmente nelle mani della sua creatura non-morta, affidandosi alla cieca fiducia che ella sembra nutrire verso di lui. Non sappiamo esattamente cosa stia tramando il mago a Vishat’yi, ma Cennaire rappresenta a tutti gli effetti un’estensione del suo corpo, la sua segreta “scagnozza” inviata in giro per il mondo.

Ancora una volta ci ritroviamo catapultati da un posto all’altro, dal profondo sud del Kandahar all’abisso del Kess Imbrun, a nord, e ancora una volta bisogna sottolineare come questo aspetto contraddistingua profondamente questa trilogia, nella quale diverse ambientazioni si alternano, ritornano, o vengono introdotte ex novo, ognuna di esse fondamentale per l’economia della storia e a sua volta unica e caratteristica.

La conoscenza più approfondita dei diversi luoghi che caratterizzano il mondo di Wells è accompagnata da un’accentuata introspezione dei personaggi, dei quali conosciamo via via sempre di più, a partire da Bratch. Finalmente l’autore risponde ad alcune domande che ci ponevamo già al termine del primo libro, formando un quadro più chiaro dell’intera vicenda a noi nota.


Se il finale del primo libro ci aveva lasciati smarriti e sorpresi, così non si può dire per questo secondo volume. Certamente la ricomparsa di Rythamun, dopo pagine e pagine nelle quali era stato citato solamente in maniera indiretta, ci fa scorrere un brivido gelido lungo la schiena, ma la situazione si esaurisce comunque in poche pagine, con una Cennaire che riesce ad ottenere finalmente quello che vuole ma al tempo stesso è tormentata dai primi veri dubbi sulla sua condizione esistenziale, nonostante il cuore che un tempo batteva nel suo petto sia ora tenuto nascosto e al sicuro dal suo creatore.

Insomma, la cerca continua, Rhythamun guadagna terreno e ogni giorno che passa sembra essere sempre più vicino alla sua meta, sconosciuta a tutti tranne che a lui.


Come faranno tre persone da sole a trovare un mago che si è appena inoltrato nella Piana di Jesseryn, un territorio vastissimo e per lo più ignoto? Se Rhythamun si servirà di un nuovo corpo, come riuscire ad individuarlo, ammesso che lo si riesca a raggiungere? Chi e che cosa li attende nel Jesseryn? Un territorio pacifico e tranquillo oppure un luogo dove il potere sempre più forte di Tharn comincia a farsi largo, istigando guerre e rivolte?

Lo scopriremo solo leggendo…Il Mago Di Tezin-Dar. La Trilogia di Tezin-Dar è composta da 3 volumi:

  1. Il Libro di Tezin-Dar

  2. Ritorno da Tezin-Dar

  3. Il Mago di Tezin-Dar

 

Valutazione fantasySeries:








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