- MA
RECENSIONE: Il Risveglio Dell'Assassino – Robin Hobb (V. 1/3)
Aggiornamento: 10 apr 2020


Questi sono i libri che mi piacciono!
Il primo libro della trilogia dell’uomo ambrato, che prosegue le avventure del protagonista fitz anni dopo la conclusione della trilogia dei lungavista, mantiene la struttura narrativa dei precedenti tre libri, ma al contempo si discosta da essi nel ritmo della narrazione (specialmente da un terzo in poi del racconto) che diventa più veloce, intensa, ricca di pathos e mistero.
La Trilogia dei Lungavista non rispecchia esattamente la mia idea di fantasy, nonostante rimanga un’opera di altissimo livello. Questo primo libro della successiva trilogia accoglie invece le mie richieste e si veste di un abito in parte nuovo, sicuramente più avvincente, frenetico e misterioso.
Come dicevo le prime cinquanta/cento pagine riflettono la struttura narrativa dei libri precedenti, nonostante si avverta un’aria meno opprimente, in cui il protagonista non è più quasi perennemente costretto all’interno delle fredde mura di un castello, all’oscuro spesso di quello che viene deciso nelle alte sfere di corte e nei laboratori del suo mentore Umbra.
Al contrario fitz è ora in grado di decidere del proprio destino, libero di vagare per il mondo, scoprire nuove terre e nuove regioni. È libero di sfogare tutta la frustrazione accumulata nei giorni trascorsi a corte, pronto ad accorrere ad ogni volere di Umbra, di Re Sagace, di Veritas e infine di Ketricken.
Il suo vagabondaggio dura circa una quindicina di anni, accompagnato dall’inseparabile amico, compagno, Occhi-di-notte con il quale non condivide solo le avventure ma in parte anche la propria vita e la propria anima. Degli avvenimenti di questo periodo della sua vita non ne veniamo subito a conoscenza, ma ci vengono svelati in seguito attraverso il racconto che il protagonista fa ad un suo amico e compagno di avventure.
Combattuto tra il desiderio di vivere alla sua maniera, ovvero al sicuro e nella tranquillità della propria casetta in mezzo alla foresta con il suo inseparabile compagno lupo, e ottemperare a quello che sente quasi come un dovere impiantato in lui dal fatto di essere un erede dei Lungavista, fitz si sente diviso dal desiderio di esplorare nuovamente il mondo e gli ambienti di Castelcervo che un tempo sono stati per lui una casa, e di spendere il resto della propria vita lontano da intrighi e complotti, con la sola consolazione della vicinanza del suo inseparabile animale a lui legato con lo Spirito, e del fatto di poter disporre a piacimento del proprio tempo.
Da considerare inoltre che la stessa autrice già nella pagina di introduzione al libro, prima del capitolo iniziale, in poche decine di righe ci fornisce un mini riassunto della situazione presente e in parte futura.
Dove si trova fitz, cosa ha fatto negli ultimi anni, e quali prove e situazioni da risolvere lo aspettano. Ci mette cosi in condizione di goderci le pagine del libro come se fossero fisicamente collegate a quelle della storia precedente, dicendoci tra le righe che quello che è stato vissuto da fitz nei quindici anni di buco tra i libri poco conta. Lo riduce ad uno sfogo del protagonista che dopo mille vicissitudini ha potuto finalmente prendersi una vacanza uno po’ più lunga del normale.
Ma ora la ruota del tempo lo aspetta nuovamente, il Catalizzatore, il Cambiamento non può più farsi attendere e tanti saranno nuovamente gli incroci del destino ai quali si troverà di fronte e tante le situazioni incerte che grazie al suo intervento più non si ripeteranno, portando (forse) pace laddove guerre e crudeltà si sono succedute dall’inizio dei tempi.
Una parte importante verrà probabilmente giocata anche dal nuovo personaggio introdotto in questo libro, Devoto, figlio dell’anima di Veritas e del corpo di fitz. Un personaggio la cui psiche si comincia a comprendere appieno solamente verso la fine del libro: le situazioni vissute, le azioni compiute, le amicizie contratte, tutto viene finalmente visto alla luce di quella che è effettivamente la vita di un re sacrificio, come tradizione nel regno delle montagne. Pertanto i nostri sentimenti verso Devoto sono destinati inevitabilmente a cambiare man mano che il libro scorre sotto i nostri occhi fino a farcelo percepire come un quattordicenne solo, isolato dal mondo a causa della sua nobiltà..
Per concludere, vorrei sottolineare il fatto che il libro in se potrebbe anche essere letto come libro a se stante, dal momento che le situazioni iniziano e finiscono nell’arco della durata del libro stesso. Molte delle informazioni che il lettore necessiterebbe dalla trilogia precedente vengono qui riprese e descritte nuovamente mentre altre situazioni che sembrano complicarsi nei primi capitoli trovano una loro conclusione verso la fine della storia.
Il libro più bello, avvincente e commovente dei quattro libri fino ad ora letti? Probabilmente si, almeno secondo il mio personale giudizio.
La Trilogia dell'Uomo Ambrato è composta da 3 libri:
1. Il Risveglio dell'Assassino
2. La Furia dell'Assassino
3. Il Destino dell'Assassino
Valutazione fantasySeries:




