top of page
  • MA

RECENSIONE: Il Mago Di Tezin-Dar  –  A. Wells (V.3/3)

Aggiornamento: 10 apr 2020


Non è stato facile pensare e poi scrivere la recensione di questo terzo e ultimo volume della Trilogia di Tezin-Dar.


Normalmente, quando i capitoli iniziali e centrali di una serie generano un’impressione globalmente positiva, difficilmente quelli conclusivi non fanno altrettanto, a meno del finale della storia che viene soggettivamente interpretato in maniera diversa a seconda dei gusti dei lettori. Ma in questo caso, gran parte di quelle componenti che mi hanno portato ad incensare i primi due libri, qui si dileguano misteriosamente, come se il libro non fosse stato concepito dalla stessa penna dei primi due.


Se l’atmosfera magica era una delle caratteristiche dominanti del Libro di Tezin-Dar prima e del Ritorno da Tezin-Dar poi, in questo ultimo capitolo la storia si trascina a volte stancamente, con lunghe parti nelle quali nulla di rilevante accade, dove i protagonisti affrontano lunghi e monotoni viaggi a cavallo oppure rimangono chiusi tra quattro mura cercando di escogitare una possibile soluzione ai loro problemi. In questo senso, il nuovo personaggio che appare in aiuto dei nostri beniamini, il mago bianco Ochen, dà sicuramente una ventata di novità alla storia. La sua saggezza, il suo acume, uniti ad un impensabile sense of humor, ne delineano uno dei personaggi meglio riusciti dell’intera trilogia; un personaggio che grazie alla sua perspicacia contribuirà in maniera determinante alla riuscita della missione.

Già, la missione…!

Se per quasi tre libri ci troviamo all’inseguimento del perfido Rhythamun, e con angoscia viviamo un inseguimento che sembra non avere mai fine, con una celerità quantomeno inaspettata e della quale si sarebbe potuto fare a meno vediamo invece concretizzarsi l’epilogo della vicenda. Lo scontro con il terribile mago che mira al risveglio del dio pazzo Tharn e conseguentemente alla distruzione della terra si conclude in poche e forse banali battute finali, molto lontane dal concetto di scontro “epico”. Bratch e Katya, che abbiamo imparato a conoscere durante più di millecinquecento pagine e molte miglia percorse assieme a loro a piedi, a cavallo e per mare, vengono alla fine relegati al ruolo di semplici spettatori e, nonostante questo fosse stato ampiamente anticipato da numerosi dialoghi intercorsi tra i personaggi, dove si paventava un potere nascosto di Calandryll che gli avrebbe consentito di scontrarsi alla pari con Rhythamun, ugualmente la sensazione è stata quella che i due co-protagonisti siano stati quasi abbandonati a loro stessi durante le fasi conclusive della storia.

Anche la figura di Calandryll, sicuramente la più vivida e meglio caratterizzata tra tutti i personaggi presenti nella storia, avrebbe meritato qualche approfondimento maggiore. Cosa ne è stato degli insegnamenti magici impartitigli da Ochen? Perché non approfondire la sua conoscenza della magia, magari facendolo ricorrere all’utilizzo di qualche (semplice) incantesimo non puramente difensivo? Perché non introdurre una qualche sorta di confronto tra il vecchio e il nuovo Calandryll, per sottolinearne la crescita smisurata in termini fisici e caratteriali? A mio avviso troppo si è invece insistito sulla storia d’amore con la morta-vivente Cennaire, che se da un lato presenta alcuni caratteri di indubbia originalità, dall’altro contiene diversi elementi di certo stereotipati, che non contribuiscono a dare slancio all’intera vicenda.

Infine, come non citare l’organizzazione della società jesseryta, che ricorda moltissimo e trae grandi spunti da quella giapponese? Wazir-narimasu, wazir, kiriwashen, kutushen, kotu, kotu-zen, kotu-any, kotu-ji, kenbi, gettu, machai, tensai … come possono i vari fonemi appena elencati non richiamare palesemente la lingua giapponese?

A mio personale avviso introdurre elementi che ricordano troppo popoli e luoghi del mondo reale altro non fa che diminuire quell’elemento di fantasia e immaginazione che poi sta alla base del motivo per il quale ci piace tanto questo genere letterario.


Concludendo, se da una parte i primi due libri sono caratterizzati da un ritmo a tratti frenetico, con un atmosfera magica che si può annusare un po’ ovunque, questo ultimo capitolo conclude le avventure dei nostri eroi in maniera un po’ deludente e sbrigativa. Rhythamun e Anomius diventano piccole pedine delle quali ci si sbarazza (troppo) in fretta mentre la situazione a Secca e nel Kandahar viene liquidata in poche semplici righe, mentre il lettore avrebbe probabilmente gradito una descrizione un po’ più particolareggiata.


Una Trilogia degna di essere letta, che inizia bene, prosegue meglio, ma cala un po’ nel finale. La Trilogia di Tezin-Dar è composta da 3 volumi:

  1. Il Libro di Tezin-Dar

  2. Ritorno da Tezin-Dar

  3. Il Mago di Tezin-Dar

 

Valutazione fantasySeries:








15 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page